Di ROBERTO CICCARELLI

Si dice che la pandemia segni il “ritorno dello stato”. Ma che “Stato” ritorna? Lo “Stato” assicuratore, quello che garantisce gli indennizzi in maniera caotica e temporanea, congela la società e non ha la capacità di evitare la recessione. È lo stato-imprenditore del mercato e a sostegno del mercato, basta vedere le linee più certe e comprensibili in quel caos delle bozze del Recovery Plan europeo, la madonnina portata in processione per chiedere il ritorno alla “normalità”.

La natura di questo “Stato” è emersa nella vicenda dei vaccini. Oggi ne vediamo i limiti: produzione tagliata da Pfizer per incapacità produttiva e adeguamento impianti. Dall’Italia arriva la reazione causidica dell’uomo della pochette e dei suoi commissari che annunciano “azioni penali” contro il rallentamento delle forniture trimestrali stabilite. È un’altra traccia della crisi di sistema che si sta manifestando in Italia con una crisi politica che neutralizza la sfera del governo e sta facendo saltare i nessi costituzionali tra stato e regioni: in attesa della crisi economica ora ancora “tamponata”.

C’è però un dibattito importante che andrebbe socializzato per cambiare radicalmente scenario politico e stabilire un’altra agenda rispetto alla miseria e all’agonia del sistema politico ed economico dei prossimi anni. Ecco il primo elemento: si dice che non si tiene conto che molte delle aziende del capitalismo biofarmaceutico che hanno sviluppato vaccini contro il Covid-19 in questi mesi, hanno ricevuto enormi risorse pubbliche. L’operazione Warp Speed voluta da Trump negli USA ha stanziato1:

  • 1,2 miliardi di dollari per AstraZeneca
  • 1,95 miliardi di dollari per Pfizer
  • 1,6 miliardi di dollari per Novavax
  • 2 miliardi di dollari per Sanofi e GlaxoSmithKline’s (GSK)
  • Biontech(pfizer) ha ricevuto 100 milioni di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti e 375 milioni di euro dal governo tedesco.

Il dibattito in corso sostiene che:

  • i brevetti vanno sospesi e tecnologia, dati, know-how e proprietà intellettuale vanno condivise, permettendo ai produttori di farmaci generici di contribuire ad aumentarne la disponibilità globale
  • garantire che i vaccini siano prodotti e venduti da molti attori, socializzando le conoscenze e le tecnologie paese per paese, per permettere a tutti di iniziare a produrre a livello industriale uno o più vaccini, rendendoli disponibili al pubblico al minor costo possibile; e se questo non fosse possibile, aumentare la capacità produttiva e socializzarla attraverso accordi facilitati .

Chi ne parla? La People’s Vaccine Alliance , ad esempio, che chiede di socializzare la tecnologia e la proprietà intellettuale attraverso il World Health Organization COVID-19 Technology Access Pool.2

La più ampia produzione e condivisione di dati, tecnologie e conoscenze, permetterebbe di rinunciare a:

  • dover vendere al migliore offerente;
  • applicare brevetti;
  • difendere i monopoli finanziati con i soldi pubblici di coloro che poi riacquisteranno i vaccini dalle multinazionali (che hanno già ricevuto i fondi per la ricerca).

Un’altra campagna importante è No profit on pandemic, è un’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice). Servono 1 milione di firme in tutta l’Ue per spingere l’Ue a pronunciarsi.3 Ecco i punti:

  • garantire che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non ostacolino l’accessibilità o la disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro il Covid-19;
  • l’Unione europea deve inoltre “garantire che la sua legislazione in materia di esclusività dei dati e di mercato non limiti l’efficacia immediata delle licenze obbligatorie rilasciate dagli Stati membri”;
  • introdurre obblighi giuridici per i beneficiari di finanziamenti dell’Ue per quanto riguarda “la condivisione di conoscenze in materia di tecnologie sanitarie, di proprietà intellettuale e/o di dati relativi alla Covid-19 in un pool tecnologico o di brevetti”;
  • e, visto che queste informazioni sono segrete, perché gli affari del biocapitalismo sono segreti di stato, allora bisogna “introdurre obblighi giuridici per i beneficiari di finanziamenti dell’Ue per quanto riguarda la trasparenza dei finanziamenti pubblici e dei costi di produzione e clausole di trasparenza e di accessibilità insieme a licenze non esclusive”.

È un’iniziativa virtuosa e simbolica. Con i simboli ci si fa poco. Molto di più però con le idee. Eccole, per chi volesse comporre un’agenda politica immediata. È fare politica oggi, invece di aspettare una crisi di sistema che del resto in Italia sta già galoppando. Do you remember 2007-8? Invece: cosa sta accadendo ora?

I Paesi ricchi, con il solo il 14% della popolazione mondiale, hanno già acquistato il 53% di tutti i vaccini più promettenti, in 67 dei paesi a basso reddito di potrà vaccinare solo 1 persona su 10 contro il Covid-19 nel corso del 2021 (sempre che tutti i 6 vaccini più promettenti siano approvati nei tempi auspicati). Questo significa anche che il virus continuerà a girare e mutare nei prossimi anni. Rendere i vaccini bene pubblico universale significa accorciare i tempi, immunizzare il più grande numero di persone. Socializzare conoscenze e capacità produttive significa proteggere la vita e affermare la priorità delle relazioni sociali su quelle della geopolitica dei vaccini e della concorrenza tra le aziende.

Questo discorso è considerato solo parzialmente dal punto di vista capitalistico. Si è capito che il costo stimato per garantire un vaccino a tutti gli abitanti della Terra è inferiore all’1% di quanto costerà all’economia globale la pandemia stessa. Per l’OCSE, la pandemia costerà all’economia mondiale una perdita di 7.000 miliardi in termini di PIL. Finanziare, verificare e socializzare quanti più vaccini possibili costa infinitamente meno. Poi andrebbero calcolati i costi sociali e politici dopo la pandemia, in una crisi che durerà un altro decennio.

Il ragionamento sul comunismo dei vaccini si muove nella stessa prospettiva del dopo: se finanziare con il pubblico e socializzare con il mondo i risultati della scienza e quelli della tecnologia, allora lo stesso potrebbe essere fatto con tutto ciò che produce la ricchezza umana: la forza lavoro, l’ingegno, l’industria, le relazioni, l’amore.

Contro questa politica le aziende farmaceutiche e i governi, in particolare quelli capitalistici in Occidente e Oriente, sostengono che i “diritti di proprietà intellettuale” devono essere rispettati per fornire incentivi adeguati alle imprese a investire in ricerca e sviluppo. È il rovesciamento capitalistico del ragionamento precedente: i soldi pubblici, lo stato, servono a creare l’innovazione. Lo scambio è: benessere e tutela della vita della popolazione e privatizzare i profitti. È una forma di comunismo del capitale.

Quel governo italiano giunto al lumicino che annuncia cause, anche penali, si è ritrovato tra un branco di lupi. Si dirà: poco si può fare in questo capitalismo. Trump ha finanziato le multinazionali che ora rivendono in Europa i prodotti. Ciò non toglie che il tanto rivendicato “europeismo” usato per raccattare qualche volenteroso responsabile costruttore e rianimare un progetto politico fallito in Italia, avrebbe potuto essere fatto valere in sede europea già otto-nove mesi fa quando è stato proposto l’acquisto centralizzato a livello continentale. Quel’ europeismo suonerebbe oggi meno artificioso, e retorico. E più utile. Invece di aspettare che pfizer adegui i suoi impianti in Europa per garantire una fornitura comunque insufficiente, con la socializzazione dei brevetti, delle tecnologie e delle conoscenze avrebbero potuto già partire l’adeguamento e la creazione di molti altri impianti. Per raggiungere un’adeguata capacità produttiva entro un anno. E non solo in Europa o negli Usa. Gli americani non ne vorranno sentire parlare, anche con Biden? È troppo tardi? Non è mai troppo tardi.

Tesi: se finanzi la ricerca con fondi pubblici, ciò che si produce è pubblico. Ma pubblico non è solo statale. Considerata l’importanza fondamentale del vaccino contro il Covid-19, qui “pubblico” significa “mondiale”, “globale” e “internazionale”. In questa ottica, lo “Stato” diventa l’attore in una prospettiva più ampia: una forma di comunismo. Invece qui abbiamo una spietata concorrenza tra Stati che usano i loro vaccini per fare egemonia. Sono due modi di intendere la politica. Arriveremo a una scelta. Oppure no.

Quando chiesero a Jonas Salk, lo scienziato che ha sviluppato i primi vaccini contro la poliomielite, chi ne detenesse il brevetto, lui rispose: “le persone, direi. Non c’è brevetto. Potremmo brevettare il sole?”

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  1. Tutte le info qui: Fact Sheet: Explaining Operation Warp Speed | HHS.gov 

  2. Vedi qui: https://www.who.int/…/covid-19-technology-access-pool 

  3. https://europa.eu/citi…/initiatives/details/2020/000005_it