di GIORGIO MORONI e GIANGI GIOVANNELLI.

per scaricare il pdf clicca qui: ⇒ Manifesto di Stivigliano

In questi giorni circola, per consegna a mani o per posta, un  opuscolo stampato in duecento copie. Il testo è di notevole interesse e lo segnaliamo volentieri, allegandolo nella sua stesura completa e integrale, sia nella versione per la tipografia sia in quella accorpata per la pubblicazione in rete.
Come potete leggere si tratta di un Manifesto, presumibilmente frutto di stesura collettiva, approvato da una assemblea autoconvocata. L’incontro si è tenuto il giorno 27 dello scorso mese di ottobre a Stivigliano, un piccolo suggestivo borgo abbandonato, frazione del comune di Valle Castellana, sui Monti della Laga, nel teramano, a 16 chilometri da Ascoli Piceno.

Il documento è, espressamente, ispirato da Operazione Mediterranea, l’impresa italiana ribelle che sta conducendo nel Mediterraneo attività di monitoraggio e salvataggio.
Il contenuto ci è sembrato importante, in quanto introduce, sul tema spinoso dell’immigrazione (ma non solo dell’immigrazione) alcuni elementi di novità assoluta.

In primo luogo propone un piano di governo che sposta l’asse del discorso sull’immigrazione dalle politiche di accoglienza e integrazione, giudicate fatalmente perdenti, a una strategia economica e sociale espansiva, basata sul recupero e (ri)valorizzazione, anche culturale, del territorio, a cominciare dalle vaste aree abbandonate sparse nelle regioni di questo nostro paese;  e lo fa richiamandosi all’esperienza del New Deal roosveltiano. Si tratta quindi di un capovolgimento radicale dell’idea comune su cui ristagna e marcisce il dibattito: qui viene formulata la proposta di una vera propria chiamata all’impiego di massa, in attività  che per la loro natura e intensità  non possono che richiedere, anzi reclamare, l’arrivo nel nostro paese di diverse centinaia di migliaia di immigrati.

In secondo luogo la strategia economica del piano è descritta, anzi recuperata, in chiave leniniana (Nuova Politica Economica, NEP): da un lato con il dichiarato proposito rivoluzionario di usarne la logica contro lo short-termism, l’orizzonte a breve termine ormai imposto a ogni livello dal capitale finanziario, dall’altro con l’intento di mirare a un contesto “più civilizzato” – e non necessariamente anticapitalistico – delle relazioni economiche e delle dinamiche sociali, a partire dal quale nuove lotte e nuove autentiche dinamiche di liberazione possano in un futuro (anche prossimo) sprigionarsi.

In terzo luogo la prospettiva felice, e aperta all’immediatezza del meticciato, si coniuga con un nuovo approccio al contratto di lavoro, ormai da troppo tempo rinsecchito e rinchiuso nella categoria tendenzialmente residuale del lavoro subordinato; ed è a questo livello che si pone un progetto di carattere eccezionale, la creazione di un nuovo contratto di lavoro esistenziale che disciplini l’uso del comune assieme al complessivo rapporto di cooperazione sociale, con compensi stabiliti, secondo scelte discrezionali di ogni singola struttura mutualistica, non necessariamente in forma esclusiva di valuta corrente ordinaria. E qui si apre una porta sul domani.

Occorre aggiungere, infine, che gli estensori del Manifesto si sono spinti, coraggiosamente e consapevolmente, a ragionare sul terreno scivoloso della realizzabilità/compatibilità di un simile ardito piano con le gabbie del nostro ordinamento positivo, e dunque con la provvista necessaria, con le tecniche di gestione dei flussi migratori (attraverso regolari compagnie di navigazione, si propone), con le tematiche di genere così come con tutte le concrete discriminazioni che caratterizzano la condizione precaria.

Il Manifesto di Stivigliano assume il fenomeno migratorio come l’autentico fatto costituente dell’ordine futuro e allude alla necessità di un progetto politico completamente nuovo, tagliando i ponti con ogni reminiscenza nostalgica. Il passato viene consegnato alla storia, l’avvenire richiede un cambio radicale di passo.
Anche da questo punto di vista ci auguriamo che il documento possa sollecitare una discussione finalmente “non a rimorchio” di eventi sempre più fuori dal canone novecentesco, di cui siamo in genere testimoni passivi.

Per contatti diretti con l’assemblea di Stivigliano: manifestodistivigliano@hotmail.com

questo testo viene pubblicato in contemporanea con Effimera

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