un inedito di WALTER BENJAMIN.

(Tra­du­zione di Giu­lio Schiavoni)*

La coscienza di classe pro­le­ta­ria, che è la più illu­mi­nata, tra­sforma in maniera deci­siva – dicia­molo per inciso – la strut­tura della massa pro­le­ta­ria. Il pro­le­ta­riato for­nito di coscienza di classe costi­tui­sce una massa com­patta solo se visto dall’esterno, nell’immagine che ne hanno i suoi oppres­sori. Nel momento in cui esso intra­prende la pro­pria lotta di libe­ra­zione, in realtà la sua massa appa­ren­te­mente com­patta si è già sciolta. Smette di essere in balìa delle mere rea­zioni; passa all’azione. Lo scio­gli­mento della massa pro­le­ta­ria è opera della soli­da­rietà. Nella soli­da­rietà della lotta di classe pro­le­ta­ria è abo­lita l’inerte con­trap­po­si­zione a-dialettica fra indi­vi­duo e massa; per i com­pa­gni, essa non esi­ste. Per­ciò, per quanto la massa sia deci­siva per il capo rivo­lu­zio­na­rio, la sua opera mag­giore non è quella di tra­sci­nare le masse verso di sé, ma di farsi con­ti­nua­mente inclu­dere nelle masse, in modo da essere con­ti­nua­mente per esse uno fra le cen­ti­naia di migliaia. La lotta di classe scio­glie la massa com­patta dei pro­le­tari; per con­tro, pro­prio que­sta stessa lotta di classe com­prime la massa dei pic­coli borghesi.

La massa impe­ne­tra­bile e com­patta che Le Bon e altri hanno fatto oggetto della loro «psi­co­lo­gia delle masse» è quella pic­colo bor­ghese. La pic­cola bor­ghe­sia non è una classe; essa è, di fatto, sol­tanto massa, ed esat­ta­mente tanto più com­patta quanto mag­giore è la pres­sione a cui essa è espo­sta tra le due classi anta­go­ni­sti­che della bor­ghe­sia e del pro­le­ta­riato. In que­sta massa, in effetti, è deter­mi­nante il momento emo­zio­nale di cui si parla nella psi­co­lo­gia delle masse. Pro­prio per que­sto, però, la massa com­patta costi­tui­sce l’opposto rispetto ai qua­dri del pro­le­ta­riato che obbe­di­scono a una ratio col­let­tiva. In que­sta massa, in effetti, è deter­mi­nante quel momento reat­tivo di cui si parla nella psi­co­lo­gia delle masse. Ma pro­prio tra­mite quest’ultimo la massa com­patta, con le sue rea­zioni imme­diate, costi­tui­sce l’opposto rispetto ai qua­dri del pro­le­ta­riato, con le loro azioni, che sono sem­pre frutto di un com­pito, per momen­ta­neo che esso sia.

Così le mani­fe­sta­zioni della massa com­patta com­por­tano sem­pre, senza ecce­zioni, un ele­mento panico, sia che esse si espri­mano nell’entusiasmo bel­lico, nell’odio con­tro gli ebrei o nell’istinto di auto­con­ser­va­zione. – Una volta chia­rita la dif­fe­renza tra la massa com­patta (quella piccolo-borghese) e la massa dotata di coscienza di classe (quella pro­le­ta­ria), diventa palese anche il suo signi­fi­cato ope­ra­tivo. Per dirla in parole chiare: mai que­sta distin­zione appare più giu­sti­fi­cata che nei casi tutt’altro che rari in cui ciò che ori­gi­na­ria­mente era un atto vio­lento di tra­sgres­sione di una massa com­patta è diven­tato, in seguito a una situa­zione rivo­lu­zio­na­ria, forse già nell’arco di pochi secondi, l’azione rivo­lu­zio­na­ria di una classe.

Il tratto pecu­liare di simili pro­cessi vera­mente sto­rici è dato dal fatto che la rea­zione di una massa com­patta pro­voca in se stessa uno shock che la scio­glie e le per­mette di ren­dersi conto di essere un’unione di qua­dri dotati di coscienza di classe. Ciò che un tale pro­cesso con­creto con­tiene in un arco di tempo stret­tis­simo è una cosa ben diversa da ciò che nel lin­guag­gio dei tat­tici comu­ni­sti si chiama «la con­qui­sta della pic­cola bor­ghe­sia». Que­sti tat­tici sono inte­res­sati al chia­ri­mento di un simile evento anche in un altro senso. Un’ambigua con­ce­zione della massa, un rin­vio non vin­co­lante al suo stato d’animo quale viene con­ti­nua­mente ripro­po­sto dalla stampa rivo­lu­zio­na­ria tede­sca, ha indub­bia­mente ali­men­tato illu­sioni che sono dive­nute fatali per il pro­le­ta­riato tede­sco. Il fasci­smo, invece, è riu­scito a sfrut­tare in modo eccel­lente que­ste leggi, indi­pen­den­te­mente dal fatto che le abbia com­prese o meno. Esso sa che quanto più sono com­patte le masse che esso raduna, tanto mag­giori saranno le pos­si­bi­lità che gli istinti con­tro­ri­vo­lu­zio­nari della pic­cola bor­ghe­sia deter­mi­nino le rea­zioni di tali masse. Da parte sua, però, il pro­le­ta­riato pre­para una società in cui non esi­ste­ranno più, per la for­ma­zione delle masse, né le con­di­zioni ogget­tive né quelle soggettive.

* da il manifesto del 15 novembre 2014.

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