di FILOSOFIA IN 3/4.

Per ricominciare a fare filosofia
Atto primo: Come tutto ebbe inizio

Sud Italia. Puglia. Salento. Lecce. Nella terra che è oggetto degli ultimi scandali legati all’inquinamento, dai rifiuti tossici della camorra alla questione irrisolta dell’Ilva, senza voler scendere nel campo reale della politica e del linguaggio politichese, che ci accomuna al resto del nostro paese, nasce un’esperienza che cerca di resistere di fronte a queste situazioni. Una resistenza culturale, che mira a creare degli spazi di condivisione e di confronto sfruttando solo la passione e le competenze dei suoi volontari.
Per circa tre anni, ogni giovedi sera, un gruppo di giovani amanti della discussione filosofica, si è incontrata in una saletta del Circolo Arci Zei di Lecce per condividere i propri pensieri e le proprie ricerche. Tra alti e bassi “Filosofia in 3⁄4”, un’idea nata per gioco, è diventata un appuntamento fisso e si è trasformata, cercando di rinnovarsi al solo scopo di ritagliare uno spazio in cui le parole si susseguono lontane da schemi precostituiti.

Tutto è cominciato come risposta a quella sensazione di smarrimento post-Laurea. Gli esami erano finiti, avevamo festeggiato le nostre lauree e ci siamo ritrovati a dover rispondere a quelle domande che tutti ci ponevano: perché iscriversi ad una facoltà come questa? A cosa serve la filosofia? Ma soprattutto: ed ora cosa farai? Ecco: cosa fare? Perché abbandonare quella sensazione meravigliosa che nasceva in noi ogni volta che, davanti ad una 3⁄4 di birra, ci perdevamo in mille congetture, inseguendo teorie filosofiche, costruendo e decostruendo il nostro sapere? Eravamo solo in due, ma eravamo convinti che non saremmo stati i soli a credere in questa avventura. Non abbiamo mai creduto di poter modificare quello stato di fatto vigente nella nostra facoltà, ma ci sentivamo in dovere di ricavarci uno spazio alternativo al torpore a cui eravamo abituati. Volevamo rimetterci in gioco, volevamo che tutti, studenti e non, potessero avere modo di esprimere le proprie opinioni senza aver paura del giudizio, uno spazio in cui proporre le proprie ricerche o le proprie passioni, un luogo in cui fosse possibile confrontarsi con altri, in cui a confrontarsi sono le idee e non i voti. Abbiamo cercato un posto fisico pronto ad ospitarci, abbiamo delineato i punti su cui non volevamo transigere e abbiamo cercato gente disposta ad ascoltarci. Innanzitutto dovevamo trascendere dal mondo accademico: dal luogo in sè, dai ritmi imposti, dalle classiche modalità di discussione. Non abbiamo mai avuto pretese di guadagni né tantomeno di successi personali: la nostra impresa era, ed è, puramente culturale. Un giorno assolato di due anni fa abbiamo incontrato altre quattro persone. Intorno ad un tavolino, su cui era posato quello che sarebbe stato il simbolo del nostro progetto (una 3⁄4 di birra), abbiamo cercato di spiegare a persone sconosciute quello che volevamo fare. E dopo poche ore, loro erano non solo convinti di voler cominciare ma persino entusiasti.

Il nome: Filosofia in 3⁄4. Il nostro progetto intendeva dar vita a qualcosa di informale, ma non per questo frivolo, e ogni seminario non ha mai avuto la pretesa di essere esaustivo. 3⁄4, dunque, come la non pretesa di raggiungere la totalità, come il tempo che il relatore ha a disposizione prima di lasciare spazio al libero esercizio del pensiero.
Abbiamo sperimentato e dato vita a nuove formule, abbiamo continuato a discutere per poter mantenere sempre vivo il nostro interesse. Nel terzo ciclo Filosofia in 3⁄4 è diventata itinerante. Una volta al mese siamo stati ospiti di un Liceo di Ceglie Messapica: gli studenti hanno scelto un posto informale e non istituzionale e hanno trascorrono con noi il pomeriggio dibattendo su vari temi, dalla costruzione della politica, al perché scrivere nel paese in cui scrivono tutti, alla dicotomia tra fede e ragione. Negli ultimi mesi abbiamo sentito l’esigenza di allargare i nostri orizzonti e aprirci anche ad altre discipline: è nata un’interessante e proficua collaborazione con ricercatori di Fisica e studenti di sociologia e psicologia. Sono stati argomenti di dibattito e discussione anche ciò che riguarda l’arte in generale, la musica, l’architettura, il cinema e l’estetica in particolare.
Abbiamo cercato di portare la filosofia in spazi nuovi, aprendoci al confronto con un pubblico nuovo e abbiamo organizzato un piccolo convegno sulla satira, a Martina Franca, per il Festival del cabaret. Liddove tutti erano pronti a ridere per la comicità da tv, noi abbiamo proposto una chiave di lettura diversa, che aiutasse a confrontarsi sul tema della risata.

Ma la grande novità sono stato i relatori esterni. Dottorandi, giovani e precari, con delle interessanti ricerche da proporre, che abbiamo potuto accogliere nel nostro spazio grazie al supporto del “Consiglio degli studenti” dell’Università del Salento, grazie a dei fondi destinati ad attività universitarie per studenti con proposte provenienti dagli studenti stessi. Dopo la prima fase assolutamente autogestita abbiamo deciso di rientrare nell’università con una formula differente: offriamo la possibilità agli studenti di scegliere degli argomenti di interesse e cerchiamo dei ricercatori capaci di offrire degli spunti di riflessione, creando nuove possibilità di confronto con pensatori provenienti da altri atenei italiani. Durante lo scorso anno abbiamo ospitato giovani ricercatori non strutturati provenienti da varie parti d’Italia, grazie ai quali abbiamo potuto discutere di argomenti del tutto nuovi o confrontarci con nuovi ambiti di ricerca. Tra i tanti abbiamo potuto conoscere l’opera di Jullien grazie a Bernardo Piccioli Fioroni, abbiamo discusso di Gilbert Simondon e della questione politica con Andrea Bardin, ci siamo avvicinati alla pop filosofia con Girolamo De Michele e Tommaso Ariemma, abbiamo rispolverato un classico come Spinoza per discutere del suo pensiero politico oggi con Roberto Evangelista, abbiamo parlato di popolo e governo in Robespierre con Paolo Perenzin, ci siamo dedicati alla filosofia nell’arte contemporanea e nell’architettura con Francesco Dompieri e Vittorio Massimo e, infine, ci siamo confrontati con Alexandre Kojeve grazie a Marco Filoni.

Filo_35Filosofia in 3⁄4 è un progetto sempre in ricostruzione ed è alimentato dalla buona volontà e dall’impegno di coloro che credono che la filosofia non sia un sapere esclusivo, destinato a pochi eletti, che la forma dialogica sia il fulcro e la linfa della riflessione filosofica, che l’esercizio critico e libero del pensiero in un clima conviviale sia fondamentale per creare delle oasi di salvezza, sperando che un giorno tale principio ritorni a contaminare anche le aule accademiche.
Nei prossimi incontri ospiteremo filosofi e pensatori, italiani e non, che condivideranno con noi le loro ricerche e ogni volta vi offriremo un piccolo reportage del seminario per continuare il confronto e la discussione sui temi che tratteremo.

I seminari si svolgeranno presso lo spazio sociale Zei, corte dei chiaromonte 2, Lecce il giovedì a settimane alterne. Così come gli studiosi del Circolo di Vienna. (dottori in filosofia, studiosi di fisica, matematica e scienze sociali) si riunivano il giovedì sera in un café della vecchia Vienna per discutere sia di questioni generali di filosofia della scienza, sia del pensiero di Mach.  I seminari inizieranno alle ore 20.00.

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