English version


In onore delle persone che hanno liberato Capitol Hill, questo elenco di richieste non è né breve né semplicistico. Questa non è una semplice richiesta che si ponga fine alla brutalità della polizia. Chiediamo al Consiglio Comunale e al Sindaco, a chiunque competa, di attuare questi cambiamenti politici per il progresso culturale e storico della città di Seattle, e di facilitare le lotte della sua gente. Questo documento rappresenta le voci nere che hanno dichiarato vittoria all’incrocio fra la Dodicesima Avenue e la East Pine Street, dopo nove giorni di proteste pacifiche sotto i persistenti attacchi notturni del dipartimento di polizia di Seattle. Queste sono le parole di quella notte, 8 giugno 2020.

Per facilitare la comprensione, abbiamo suddiviso queste richieste in quattro categorie: Sistema giudiziario, Servizi sanitari e alla persona, Economia e Istruzione.

Dato il momento storico, inizieremo con le nostre richieste relative al sistema giudiziario.

1.      Il dipartimento di polizia di Seattle e il sistema giudiziario annesso sono al di là di ogni possibile riforma. Non vogliamo riforme, vogliamo la loro abolizione. Chiediamo al Consiglio di Seattle e al Sindaco di tagliare i fondi e abolire il Dipartimento di Polizia di Seattle e il connesso Apparato di Giustizia Penale. Ciò significa il 100% dei finanziamenti, comprese le pensioni in atto per la polizia di Seattle. Al medesimo livello di priorità chiediamo che l’Amministrazione non autorizzi le operazioni dell’ICE (Guardia di Finanza e Immigrazione – NdT) nella città di Seattle.

2.      Nel periodo di transizione tra oggi e lo smantellamento del dipartimento di polizia di Seattle, chiediamo che l’uso della forza armata sia completamente vietato. Niente fucili, niente manganelli, niente scudi antisommossa, niente armi chimiche, specialmente contro chi esercita il diritto di protestare in quanto cittadino americano in base al Primo Emendamento.

3.      Chiediamo la fine del corridoio scuola-carcere e l’abolizione delle carceri giovanili. Tiriamo fuori di prigione i ragazzini, tiriamo fuori dalle scuole i poliziotti. Chiediamo anche che la nuova costruzione del carcere giovanile a Seattle sia destinata ad altro uso.

4.      Chiediamo che né il governo della città, né il governo dello stato, ma il governo federale avvii un’indagine di larga scala sui casi passati e attuali di brutalità della polizia a Seattle e nello stato di Washington, e la riapertura di tutti i casi chiusi già segnalati all’Ufficio Disciplinare della polizia. In particolare, chiediamo la riapertura dei casi a Seattle e Washington in cui non è stata fatta giustizia, in particolare i casi di Iosia Faletogo, Damarius Butts, Isaiah Obet, Tommy Le, Shaun Fuhr e Charleena Lyles.

5.      Chiediamo riparazioni per le vittime della brutalità della polizia, in una forma da stabilire.

6.      Chiediamo che la città di Seattle renda pubblici i nomi dei funzionari coinvolti nelle brutalità della polizia. L’anonimato non dovrebbe proprio essere un privilegio nel servizio pubblico.

7.      Chiediamo un nuovo processo per tutte le persone di colore che stanno attualmente scontando una pena detentiva per crimini violenti, da una giuria di pari fra la loro comunità.

8.      Chiediamo la depenalizzazione degli atti di protesta e l’amnistia per i manifestanti in generale, e in particolare per quelli coinvolti nella cosiddetta “ribellione per George Floyd” contro la cellula terroristica che occupava quest’area prima conosciuta come Dipartimento di Polizia di Seattle. Ciò include la liberazione immediata di tutti i manifestanti attualmente detenuti dopo gli arresti effettuati fra l’Undicesima e la Pine domenica sera e sabato mattina 7 e 8 giugno, e di tutti gli altri manifestanti arrestati nelle ultime due settimane della rivolta, viene alla mente in particolare Evan Hreha, che ha filmato la polizia di Seattle mentre gazava una bambina, e ora è in prigione.

9.      Chiediamo che la città di Seattle e il governo dello stato liberino qualsiasi prigioniero che attualmente sta scontando un reato legato alla marijuana e annullino la relativa condanna.

10.  Chiediamo alla città di Seattle e al governo dello stato di rilasciare qualsiasi prigioniero che sta scontando un periodo di carcere solo per resistenza all’arresto se non ci sono altre accuse correlate, e che anche quelle condanne siano annullate.

11.  Chiediamo che ai prigionieri che stanno scontando una pena venga dato il diritto di voto pieno e senza restrizioni, e che lo Stato di Washington approvi una legislazione specificamente contraria alla legge federale che toglie ai condannati la facoltà di votare.

12.  Chiediamo la fine dell’immunità giudiziaria per gli agenti di polizia tra ora e lo scioglimento del Dipartimento di Polizia e del sistema giudiziario esistente.

13.  Chiediamo l’abolizione della carcerazione in generale, ma soprattutto delle carceri giovanili e delle carceri private a scopo di lucro.

14.  Chiediamo, in sostituzione dell’attuale sistema di giustizia penale, la creazione di programmi di responsabilizzazione riparativa / reinserimento sociale, in sostituzione della reclusione.

15.  Chiediamo che alle persone sia data l’autonomia di creare sistemi locali anticriminalità.

16.  Chiediamo che il Dipartimento di Polizia di Seattle, tra ora e il momento della sua abolizione nel prossimo futuro, svuoti i suoi magazzini di “oggetti smarriti” e restituisca quanto appartiene agli abitanti della città.

17.  Chiediamo giustizia per coloro che sono stati molestati o abusati sessualmente dal dipartimento di polizia di Seattle o dalle guardie carcerarie nello stato di Washington.

18.  Chiediamo che, tra ora e l’abolizione del Dipartimento di Polizia, tutti i poliziotti attivino le telecamere che hanno in dotazione, e che le riprese di tutte quelle telecamere sia materia di documentazione facilmente accessibile al pubblico.

19.  Chiediamo che lo stanziamento finora utilizzato per la polizia di Seattle sia reindirizzato per: A) Servizi di Medicina curativa e preventiva per la città di Seattle. B) Alloggi pubblici gratuiti, perché gli alloggi sono un diritto, non un privilegio. C) Istruzione pubblica, per ridurre la numerosità delle classi nelle scuole cittadine e aumentare lo stipendio degli insegnanti. D) Servizi di naturalizzazione per immigrati negli Stati Uniti che vivono qui senza documenti (chiediamo che vengano chiamati “senza documenti” perché nessuna persona è illegale). E) Sviluppo della comunità in generale: parchi, ecc.

Abbiamo anche richieste economiche che devono essere affrontate.

1.      Chiediamo la de-gentrificazione di Seattle, a partire dal controllo degli affitti.

2.      Chiediamo il ripristino del finanziamento della città per l’arte e la cultura per ristabilire l’identità culturale di Seattle, un tempo ricca.

3.      Chiediamo istruzione universitaria gratuita per il popolo dello stato di Washington, per l’effetto prevalente dell’educazione ai fini del successo economico e per il correlato impatto schiacciante della povertà sulle persone di colore, come una forma di riparazione per il trattamento dei neri in questo stato e nazione.

4.      Chiediamo che tra ora e l’abolizione del Dipartimento di Polizia sia vietato alla polizia di Seattle di eseguire rastrellamenti di persone senza fissa dimora, che spiazzano e danneggiano i nostri vicini senza tetto e, a parità di condizioni, chiediamo la fine di tutti gli sfratti.

5.      Chiediamo un processo elettorale decentralizzato per dare ai cittadini di Seattle una maggiore capacità di selezionare i candidati alle cariche pubbliche in modo da non essere costretti a scegliere col voto tra opzioni ugualmente indesiderabili. Sono in funzione diversi sistemi e politiche che rendono, nella migliore delle ipotesi, poco praticabile per le persone della classe operaia candidarsi a cariche pubbliche, tutto ciò deve finire, a partire da qualsiasi onere associato alla candidatura per cariche pubbliche.

In relazione alle esigenze economiche, abbiamo anche richieste relative a ciò che chiameremmo formalmente “Sanità e servizi alla persona”.

1.      Chiediamo agli ospedali e alle strutture di cura di Seattle di impiegare medici e infermieri neri specificamente per aiutare a curare i pazienti di colore.

2.      Chiediamo alla popolazione di Seattle di preferire e supportare con orgoglio le imprese di proprietà dei neri. I tuoi soldi sono il nostro potere e la nostra sostenibilità.

3.      Chiediamo che la città crei un sistema completamente separato, gestito da esperti di salute mentale, per rispondere alle chiamate di pronto soccorso relative alle crisi di salute mentale e insistiamo affinché tutti coloro che sono coinvolti in un tale programma siano sottoposti a un addestramento rigoroso sulla attenuazione dei conflitti.

Infine, vediamo ora le nostre richieste relative al sistema di istruzione nella città di Seattle e nello stato di Washington.

1.      Chiediamo che la storia dei neri e dei nativi americani sia messa a fuoco in modo significativamente maggiore nel curriculum educativo dello Stato di Washington.

2.      Chiediamo che un’accurata formazione antidistorsione della verità diventi requisito di legge per tutti gli impieghi nel sistema educativo, nonché nella professione medica e nei mass media.

3.      Chiediamo alla Città di Seattle e allo Stato di Washington di rimuovere tutti i monumenti dedicati alle figure storiche della Confederazione, i cui proditorii tentativi di costruire un’America basata sulla schiavitù erano un affronto alla razza umana.

Trascritto da @irie_kenya e @AustinCHowe. Un ringraziamento speciale a Magik per aver avviato e facilitato la discussione per creare questo elenco, a Omari Salisbury per l’idea di dividere l’elenco in categorie, e anche un ringraziamento a Kshama Sawant [consigliere communale nata in India, del partito Alternativa socialista, NdE] per essere stata l’unic@ funzionari@ di Seattle a discutere con le persone in Capitol Hill la notte in cui è stata liberata.

Anche se abbiamo liberato Capitol Hill in nome del popolo di Seattle, non dobbiamo dimenticare che stiamo su una terra già una volta rubata al Popolo Duwamish, il primo popolo di Seattle, un cui fratello, John T. Williams della tribù del nord Nuu-chah-nulth è stato assassinato dal dipartimento di polizia di Seattle 10 anni fa.

Black Lives Matter (Le vite dei neri contano) – Tutto il giorno, tutti i giorni.

(Traduzione di L. Salmaso).

Questo articolo è stato pubblicato su Tlaxcala il 21 giugno 2020.

Download this article as an e-book

Print Friendly, PDF & Email